
«È un dovere da parte delle istituzioni aiutare tutte le coppie, sia
quelle sposate sia quelle legate da vincoli affettivi, che si trovano in
uno stato di difficoltà». Il sindaco Giuliano Pisapia si schiera senza
se e senza ma a fianco dei suoi assessori Pierfrancesco Majorino e
Cristina Tajani che hanno firmato la delibera con cui si allarga il
fondo anticrisi anche alle coppie di fatto e alle unioni gay: «Chi ha
bisogno, che è legato da vincoli affettivi e si trova in uno stato di
difficoltà, così come chi è sposato, deve essere aiutato. È un dovere da
parte delle istituzioni».
Conclusione: «Sono contro ogni
discriminazione e lo sarò sempre». Ma la presa di posizione del sindaco
non placa le polemiche: interne ed esterne. Con una spaccatura profonda
all' interno del Pd. E con l' intervento molto critico di Avvenire , il
giornale della Cei. La capogruppo Carmela Rozza ribadisce le sue
critiche. Anzi le accentua: «È un errore politico per chi vuole
istituire il registro delle coppie di fatto e dargli vere conseguenze
pratiche. Perché in questo modo si sono creati steccati: tra maggioranza
e opposizione, impedisce il dialogo tra i laici presenti nei due
schieramenti e anche tra i cattolici di maggioranza e opposizione. Non
mi sembra un grande risultato per raggiungere l' obiettivo...».
E già
domani in consiglio comunale verrà chiesto che la delibera passi in
commissione, «perché questo è argomento dell' aula». La replica arriva
direttamente da Majorino: «Ritengo incredibile la polemica. Dovrebbero
farci i complimenti perché sblocchiamo fondi praticamente inutilizzati.
Poi, se queste sperimentazione si rivelerà inefficace, la miglioreremo
nel tempo, ma oggi non vedo dov' è lo scandalo».
Gli attacchi arrivano da più parti, a partire dall' Avvenire , il giornale
della Cei che attacca direttamente Pisapia citando don Milani: «La
peggiore ingiustizia, lo insegnava anche don Lorenzo Milani, è trattare
in maniera uguale situazioni differenti». «Sconcerta - scrive il
giornale dei vescovi - che il sindaco, che è avvocato e uomo di legge,
scelga con questo atto di ribaltare le fonti del diritto, anteponendo
una legge di regolazione amministrativa addirittura alla Costituzione.
Che all' articolo 29 è inequivocabile nel riconoscere "i diritti della
famiglia come società naturale fondata sul matrimonio"»
Potremmo ancora metterci a perseguitare le streghe, aggiungo io, o a far tagliare la mano ai mancini e potremmo finalmente ammettere di essere riusciti a viaggiere nel tempo!!
Povera Italia, voi che ne pensate in merito?