30 gennaio 2012

Aiuti anche alle coppie gay Pisapia: giusto, andiamo avanti, ma la chiesa non è d'accordo

«È un dovere da parte delle istituzioni aiutare tutte le coppie, sia quelle sposate sia quelle legate da vincoli affettivi, che si trovano in uno stato di difficoltà». Il sindaco Giuliano Pisapia si schiera senza se e senza ma a fianco dei suoi assessori Pierfrancesco Majorino e Cristina Tajani che hanno firmato la delibera con cui si allarga il fondo anticrisi anche alle coppie di fatto e alle unioni gay: «Chi ha bisogno, che è legato da vincoli affettivi e si trova in uno stato di difficoltà, così come chi è sposato, deve essere aiutato. È un dovere da parte delle istituzioni». 

 Conclusione: «Sono contro ogni discriminazione e lo sarò sempre». Ma la presa di posizione del sindaco non placa le polemiche: interne ed esterne. Con una spaccatura profonda all' interno del Pd. E con l' intervento molto critico di Avvenire , il giornale della Cei. La capogruppo Carmela Rozza ribadisce le sue critiche. Anzi le accentua: «È un errore politico per chi vuole istituire il registro delle coppie di fatto e dargli vere conseguenze pratiche. Perché in questo modo si sono creati steccati: tra maggioranza e opposizione, impedisce il dialogo tra i laici presenti nei due schieramenti e anche tra i cattolici di maggioranza e opposizione. Non mi sembra un grande risultato per raggiungere l' obiettivo...».

E già domani in consiglio comunale verrà chiesto che la delibera passi in commissione, «perché questo è argomento dell' aula». La replica arriva direttamente da Majorino: «Ritengo incredibile la polemica. Dovrebbero farci i complimenti perché sblocchiamo fondi praticamente inutilizzati. Poi, se queste sperimentazione si rivelerà inefficace, la miglioreremo nel tempo, ma oggi non vedo dov' è lo scandalo». 

Gli attacchi arrivano da più parti, a partire dall' Avvenire , il giornale della Cei che attacca direttamente Pisapia citando don Milani: «La peggiore ingiustizia, lo insegnava anche don Lorenzo Milani, è trattare in maniera uguale situazioni differenti». «Sconcerta - scrive il giornale dei vescovi - che il sindaco, che è avvocato e uomo di legge, scelga con questo atto di ribaltare le fonti del diritto, anteponendo una legge di regolazione amministrativa addirittura alla Costituzione. Che all' articolo 29 è inequivocabile nel riconoscere "i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio"»

Potremmo ancora metterci a perseguitare le streghe, aggiungo io, o a far tagliare la mano ai mancini e potremmo finalmente ammettere di essere riusciti a viaggiere nel tempo!! 
Povera Italia, voi che ne pensate in merito?

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