
Ed è proprio per questo istituto che si teme – qualora il Partito
Popolare dovesse andare al Governo – una retromarcia sul fronte dei
matrimoni gay: il candidato premier Mariano Rajoy ha
pubblicamente affermato l’intenzione di modificare la riforma famiglia
nonosante il parere contrario della Corte Costituzionale.
A sei anni dal terreno di scontro che vide i progressisti affermare
le proprie riforme sulla stuola di conservatori che scesero in piazza
per rigettare tutte le novità che Zapatero intendeva realizzare. Ma il
30 giugno del 2005 il governo socialista emanò un emendamento che modificò il codice civile spagnolo al fine di estendere il diritto di contrarre matrimonio anche alle coppie omosessuali.
In quel frangente, la Spagna cattolica e conservatrice si mostrò agli occhi del mondo come nuova espressione di una società moderna, addirittura la terza al mondo, dopo Olanda e Belgio
ad aver legalizzato il matrimonio tra omosessuali. Ma a differenza dei
paesi molto più laici dove il matrimonio tra gay è consentito, in Spagna
la situazione vede un costante braccio di ferro tra i partiti di aria
progressista e quelli di influenza cattolica.
Ecco perchè si teme che, se il Partito Popolare tornerà al governo e
le probabilità sono molte almeno a detta dei sondaggi, ben presto i
matrimoni gay potrebbero essere vietati. Intanto si sta registrando un
numero di matrimoni tra omosessuali di gran lunga superiore alla media,
in previsione del fatto che Mariano Rajoy sta diventando una “minaccia”
molto concreta.
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